Organo collocato sopra il portale d’ingresso in monumentale cassa organaria di stile barocco, facendo unico corpo con il portale stesso.
Tastiera di 54 tasti con divisione bassi-soprani in mi3-fa3.
Pedaliera lineare di pedali 17. Lo strumento ha trasmissione meccanica.
L’organo di “San Mauritio in Redondesio” figura nell’“indice delli organi fabbricati in casa nostra” di Costanzo Antegnati, fra quelli costruiti nel “Mantoano”*1
Le vicende dello strumento sono reperibili nell’archivio parrocchiale e sono riportate nel libro della storia di Redondesco, scritto da Don Mario Ragazzi.
L’organo, originariamente collocato fra le due prime colonne a sinistra della navata, fu trasferito nel luogo attuale nel 1763in seguito all’ampliamento dello strumento operato dal Bonatti di Desenzano.
Non si ha notizia di altri interventi posteriori sino all’anno 1934, anno in cui procedeva al restauro l’organaro cremonese Arnaldo Bavelli “il quale rispettando i registri esistenti”*2 sostituiva le trombe e timpani con registri violeggianti.
L’organo merita un accurato restauro. Funziona solo la fila del ripieno e la voce celeste.
I registri spesso non combaciano.
Registri:

Flauto traverso soprani Principale 8’ b.
Voce umana Principale 8’s.
Flauto in VIII Ottava b.
Ottavino S. Ottava s.
Celeste basso Quintadecima
Celeste soprano Decimanona – in realtà  XXII
Flautino soprani XXIX
Viola 8’b. XXVI
Violino da concerto s. XXXVI
Contrabbassi 16’ XXXIII
Principale II

Note
*1 O. Mischiati, i cataloghi di tre organari bresciani. L’organo 1974
*2 M. Ragazzi. , Redondesco, Pagina 89-90. (1960)

Scheda dal libro di don Lino Leali, Damiano Rossi e Guglielmo Ughini “Gli organi del Mantovano”, 1985