Organo collocato, in cassa aperta, nel coro absidale dove fu trasferito, dalla originaria sistemazione sopra il portale d’ingresso, nel 1964, in vista dei lavori da eseguirsi per il prolungamento della chiesa.
In un inventario del 1934 si fa il nome di “G. Facchetti da Brescia” quale autore dello strumento. Se il riferimento è all’organaro Giovanni Battista Facchetti di Brescia attivo nel cinquecento, la notizia non è attendibile almeno per quanto riguarda lo strumento attuale che, anche a giudizio dell’organaro Anselmo Sinigaglia di Padova che ne ha curato il restauro nel 1982, è un organo ottocentesco dalla meccanica di tipo serassiano e non v’è traccia di parti di un organo risalente a quell’epoca. Il Levri lo attribuisce a Giovanni Bianchetti di Brescia, del quale non abbiamo rintracciato altre notizie.
Una tastiera di tasti n. 61 (Do-Do), div. B.S. Si2-Do3. Pedaliera a raggera di pedali n. 17 (Do-Mi). Sistema di trasmissione meccanico, alimentazione mantici con elettroventilatore.
Registri (comandi a manette in doppia fila):

Terza mano Principale 16′ B.
Tromba 8′ B Principale 16′ S.
Tromba 8’° S Principale 8′ B.
Corno inglese S. Principale 8′ S.
Violetta B. Ottava 4′ B.
Viola 8’ B. Ottava 4′ S.
Viola 8′ S. Decimaseconda
Voce umana XV
Corno da caccia S XIX
Flauto 8′ S. XXII
Flauto in VIII B. XXVI
Flauto in VIII S. XXXIII-XXXVI
Flauto in XII S Contrabbasso 16′
Ottavino S Tromba al pedale
Cornetta S

Pedaletti: Tromba, Corno inglese, Ottavino, TP, Ripieno.
Per motivi di praticità liturgica lo strumento è stato dotato di una seconda consolle a comando elettrico collocata in plano in prossimità della balaustra del presbiterio. Questa è fornita delle Combinazioni fisse e componibili, Graduatore e accessori d’uso.

Scheda dal libro di don Lino Leali, Damiano Rossi e Guglielmo Ughini “Gli organi del Mantovano”, 1985